Il tempo di percorrenza della tratta Avellino-Napoli รจ salito a 1 ora e 42 minuti
E’ notizia di questi giorni che la tratta ferroviaria Avellino-Napoli, attivata due anni or sono con la misera frequenza di una sola corsa al giorno di andata e ritorno, impiegherร non piรน una tempistica di un’ora e mezza bensรฌ…..di un’ora e 42 minuti.
Un servizio totalmente inadeguato per l’utenza avellinese e atripaldese, condito da un simpatico rincaro tariffario di 50 centesimi. Ma non c’รจ da stupirsi in un contesto dove i boss dei bus sgomitano per salvaguardare il proprio business, con il benestare dei politicanti di turno.
La ferrovia esiste ed รจ stata recentemente rimodernata, si tratta di un agevole percorso che da Montoro conduce fino a Chianche, una riproposizione della antica statale 88 Salerno-Benevento in salsa ferroviaria, dunque. Potrebbe rappresentare una sorta di metropolitana a cielo aperto per le genti irpine, e da Mercato San Severino il percorso si dirama verso Napoli, passando per Nocera e i paesi vesuviani: sicuramente un allungamento rispetto al canonico tratto in direzione Nola, ma non eccessivamente proibitivo, tenendo conto che un servizio ferroviario non subisce gli incovenienti legati alla mobilitร urbana.
Realisticamente si potrebbe raggiungere il capoluogo campano in meno di tre quarti d’ora, ma gli interessi e le pressioni tra le parti in causa generano un’offerta tragicomica nei confronti del cittadino, in grado di scoraggiare anche il piรน ottimista dei pendolari. Vogliamo poi parlare della percorrenza di un’ora e 25 minuti per Salerno, sconfinando ulteriormente nel grottesco?
C’รจ poco da fare, non c’รจ peggior politico, non c’รจ peggior elettore, di chi non crede alla propria terra, di chi si fa votare per poi fuggire verso la Capitale, di chi vota per ignoranza e clientelismo senza esigere i servizi che gli spettano, peggio ancora senza conoscere le potenzialitร del proprio territorio. Il disastro ferroviario non รจ che l’ennesimo capitolo di una mentalitร eternamente perdente dovuta alla mancanza di conoscenza della propria Provincia. Il tipico avellinese (e limitrofo) resta arroccato nel proprio capoluogo, sentendosi superiore rispetto alla presunta marginalitร dei paesi provinciali: ciรฒ comporta un interscambio molto marginale tra le varie comunitร territoriali, che subiscono uno iato sempre crescente tra di loro. Non sbocciano occasioni per conoscere altri irpini, per esplorare le tradizioni degli altri Comuni, per organizzare manifestazioni, eventi culturali, stand gastronomici alternativi alle solite sagre, eventi escursionistici legati alla vocazione naturalistica del luogo.
L’immobilitร della nostra Provincia รจ inevitabilmente legata alla mancata conoscenza dell’Irpinia da parte dei suoi stessi abitanti, che non la esplorano, non la sentono propria, non sviluppano un senso di complicitร con i propri conterranei. In assenza di un genuino sentimeno di comunitร irpina, il politico-affarista di turno sguazza impenitente, sbandierando ai quattro venti le solite bagattelle, consapevole che ad un eventuale fallimento si troverebbe di fronte un non-popolo, diviso, confuso, non legato ai propri territori, pronto a evadere verso posti piรน in voga. Soprattutto, come nel caso del treno Avellino-Napoli, si sentirร legittimato a offrire un servizio totalmente fallimentare, muovendo a pretesto la suddetta immobilitร del territorio.
Solo un popolo conoscitore della propria terra รจ anche conoscitore delle potenzialitร utili a soddisfare le proprie esigenze. E un popolo conoscitore della propria terra รจ soprattutto unito, pronto a esigere ciรฒ che gli spetta e a reagire compatto contro chi abusa della Terra di Mezzo.