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«Vi presento il nuovo parroco don Luca Monti»

Il nostro concittadino Carmine Cioppa ha conosciuto il giovane sacerdote a Santa Lucia di Serino

La messa di insediamento a Sant’Ippolisto è prevista per sabato 8 ottobre alle ore 19:00

Sono nato a Santa Lucia di Serino, in un bel palazzo nel centro storico, difronte al monumentale Monastero delle Clarisse, che prosegue, salendo, fino al Palazzo della famiglia del Medico Santo, San Giuseppe Moscati, e, scendendo, fino alla Chiesa dei Sette Dolori di Maria Santissima, risalente al XIV secolo, ed a quella dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, di cui è Parroco don Luca Monti.

Ho conosciuto don Luca solo grazie ad un servizio che Antonella Silvestri pubblicò su “Il giornale del Papa” il 22 novembre 2017.

Mi incuriosì quella drammatica storia di un sacerdote appena trentunenne, che raccontava del suo incontro col Papa in un momento buio.

Pur avendo conservato, nelle mura del mio luogo di nascita, come in uno scrigno, ricordi ed affetti, non frequentavo la Parrocchia, perché ad appena sei anni, nel 1944, mi ero trasferito ad Atripalda, che mi ha benevolmente ospitato per oltre sessant’anni.

I miei riferimenti erano due grandi Sacerdoti: don Sabino De Magistris, Parroco della Chiesa del Carmine, e don Raffaele Aquino, Parroco di quella di Sant’Ippolisto, con la sua organizzatissima Azione Cattolica nella quale mi sono formato. 

Un terzo punto di riferimento erano i Francescani del Convento di San Giovanni, meglio noto col nome di Convento di San Pasquale, con una intensa attività di aggregazione e formazione dei giovani con il gruppo dei Boy Scout, il campo di calcio e le tantissime altre attività ricreative.

Per inciso, mi piace sottolineare che i due attuali Parroci, don Ranieri e don Fabio, rappresentano, con qualche salto cronologico, la continuazione di quelli, esemplari, che ho appena ricordato.

Don Luca, d’altronde, non avrei potuto conoscerlo prima.

Divenuto Sacerdote nel luglio del 2015, grazie ad un fortuito incontro col Vescovo dell’epoca, mons. Francesco Marino, arriva a Santa Lucia alla chetichella, come vicario di Francesco De Simone, “don Ciccio”, che sostituirà solo il 25 aprile del 2016. 

La sintonia e la simpatia sono immediate, perché don Luca è una persona semplice, aperta, che ti riconcilia con la fede e lo fa con tanta serenità.

Mi dà i brividi sentirlo raccontare della perdita di Simona, la sorella di appena 33 anni che aveva in grembo un bambino, alla quale i terroristi dell’Isis avevano tagliato la testa nella strage di Dacca del 1° luglio del 2016, insieme ad altre otto persone, solo perché non conoscevano il Corano. 

Ma lui racconta del suo percorso di pace, della fede che nasce dall’inquietudine e riporta un episodio di Luigi Verga, sacerdote e scrittore, che, seguendo i genitori di bambini morti prematuramente, immagina un loro dialogo con Dio, che chiede loro perdono per tanto dolore; e si domanda, con don Luigi, “voi perdonereste Dio per il dolore e per il trauma sopportato?” .

“La mia pace – conclude Don Luca – deriva anche dal sapere che Dio riesce a trarre vita soprattutto dalla morte, anche da quella di Simona”.

Diventiamo Amici, cosa che mi inorgoglisce, e comincio a conoscere la Canonica, alla quale apporta delle modifiche strutturali perché diventi la Casa dell’accoglienza, dal malato di cancro che non ha possibilità di adeguata assistenza a casa sua, alla famiglia ucraina in fuga dalla guerra.

Ma la Canonica è soprattutto lo spazio nel quale don Luca riunisce quotidianamente i più giovani, distinguendoli per fasce di età e dialogando sui loro problemi e sulle connesse aspettative e, spesso, intrattenendo a pranzo i più grandicelli, perché è anche un bravo cuoco.

La Messa domenicale diventa un appuntamento fisso, per me e per qualche amico. Alla fine della celebrazione, mi restano sempre un senso di gioia e serenità grazie anche ai momenti di grande riflessione e di coinvolgimento delle sue toccanti omelie.

Una mattina, di buonora, mi chiede di raggiungerlo e mi racconta di non aver dormito la notte perché si è impegnato all’acquisto di un’ala del palazzo Moscati, con la cui vendita sarebbe sparita ogni traccia della presenza di “Peppiniello”, il Medico Santo che aveva calpestato quell’acciottolato, abitato in quel palazzo, pregato, sofferto e visitato i pazienti, senza tregua, nei mesi che avrebbe dovuto trascorrere in vacanza e che erano tutti dedicati al prossimo.

Eravamo nel giugno del 2019, aveva corrisposto solo un anticipo e, per fine settembre, occorreva reperire quasi 90mila euro! 

I miracoli, è il caso di dire, esistono davvero.

In meno di 4 mesi, senza alcun contributo pubblico, venne raccolto l’intero importo esclusivamente da privati, con versamenti anche di soli 5 euro, grazie al passaparola, al coinvolgimento di amici generosi e sensibili e a qualche manifestazione nel cortile di casa mia. 

Il 26 settembre del 2019, il notaio Piroli rogita l’atto di acquisto da parte della Parrocchia di quell’ala di Casa Moscati per farne, successivamente, una Casa Museo.

Quel progetto si sta ampliando ed è suggestivo ed emozionante visitare quel luogo, nel quale don Luca ha raccolto vari cimeli del Santo.

Il 10 settembre scorso don Luca ha compiuto 36 anni ed ha voluto “festeggiare” il suo compleanno, con il coinvolgimento dell’intera Comunità e, in particolare, di tanti giovanissimi, in uno spazio riservatogli dal Comune proprio davanti al Palazzo Moscati, per ricordare Francesco Rodia, il Presidente dell’Azione Cattolica morto giovanissimo, tradito proprio dal suo grande cuore. 

Prima di concludere, un riconoscimento doveroso ed un plauso al bravo allenatore, mons. Arturo Aiello. Non ha fatto nuovi acquisti, ma ha cambiato solo ruolo ad alcuni di essi, scoprendone le maggiori attitudini, come punta, centrocampista o difensore. E la squadra, ciò che conta, è diventata più forte!

Buona missione a tutti, ma prima vi svelo un segreto.

Ve lo dico in un orecchio, ma è bene sapere che, da piccolo, l’aspirazione di don Luca era di diventare Santo.

C’ è tempo, ma, intanto, diamogli una mano! 

Carmine Cioppa

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Redazione