Panorama

Via Crucis, la tradizione continua

Partita l’organizzazione della rappresentazione della passione di Crosto giunta alla 22^ edizione

Pellegrino Giovino nei panni di Gesù Cristo sulla croce

E’ stata annunciata ufficialmente la XXII edizione della messa in scena della sacra rappresentazione della Via Crucis, diventata ormai uno dei simboli più forti della tradizione atripaldese.

Organizzata dalla Pro Loco a partire dal 1997, anno in cui riprese dopo il lungo stop imposto dal sisma dell’80, ha da sempre saputo coinvolgere ogni strato sociale della città, in particolare modo la famiglia Giovino, dato che nel 1880 il pescatore Achille Giovino, in seguito ad un voto, indossò i panni dell’Incappucciato, dando vita ad una tradizione di famiglia che coinvolse prima Pellegrino Giovino (l’ultimo Incappucciato), poi Enrico che ha interpretato il ruolo di Gesù fino al 2012, quindi il figlio Pellegrino, che non ha esitato nel raccogliere il testimone del padre.

La rappresentazione della Passione di Cristo dal titolo “Elì, Elì lemà Sabachtani”, come ogni anno, verrà arricchita dalla trasposizione teatrale del testo “Quid est veritas”, scritta dal giudice Matteo Claudio Zarrella.

Ricordiamo, inoltre, che chiunque potrà prendere parte a questo momento di fede e speranza, non soltanto come spettatore, ma anche nelle vesti di soldato romano. Gli interessati, infatti, potranno passare nella sede della Pro Loco dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 20:00 (è possibile anche contattare l’associazione tramite la pagina Facebook).

Manca poco, dunque, ad uno degli eventi più attesi nella nostra città, una serata in cui sarà facile scorgere i brividi sulla propria pelle, e sentire sul cuore una morbida carezza dal suggestivo sapore di amore e fede, e tutte queste emozioni saranno trasformate in realtà grazie all’impegno di numerosi cittadini che ogni anno provano, riuscendoci in pieno, a portare in scena la Passione di Cristo, l’istante più riflessivo e forte della storia cristiana, la fotografia del calvario che ha dovuto subire Gesù migliaia di anni fa per salvare l’uomo.

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Redazione