Quando usi WhatsApp fai attenzione a questi messaggi: possono essere usati in Tribunale ma quasi nessuno lo sa, i dettagli.
Le conversazioni su WhatsApp sono spesso considerate semplici scambi informali tra amici e familiari, ma in realtà possono rivelarsi fondamentali nei procedimenti legali. Con l’evoluzione della tecnologia, anche il modo in cui le prove vengono presentate in tribunale ha subito un cambiamento significativo.
I messaggi WhatsApp possono diventare prove decisive sia in ambito civile che penale, influenzando le sorti di cause legali. È quindi cruciale comprendere quali siano i criteri che ne determinano l’utilizzabilità e le implicazioni legali relative alla loro presentazione in giudizio.
Che valore legale hanno i messaggi WhatsApp?
Il valore legale dei messaggi WhatsApp è stato oggetto di crescente attenzione da parte dei tribunali italiani. Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha stabilito che i messaggi inviati e ricevuti tramite questa piattaforma possono essere considerati prove documentali, a condizione che vengano rispettati specifici criteri di autenticità e integrità .
In ambito civile, il Codice Civile richiede che chi presenta i messaggi dimostri che questi siano conformi all’originale e provengano dal mittente indicato. Gli screenshot, sebbene comunemente utilizzati, non sempre sono sufficienti da soli; è necessaria una perizia tecnica che ne attesti la validità .
In ambito penale, l’articolo 234 del Codice di Procedura Penale consente l’acquisizione di documenti, incluse le comunicazioni digitali, a condizione che siano dimostrati senza manipolazioni. La Corte di Cassazione ha definito i messaggi WhatsApp come “tracce informatiche che documentano un fatto storico”, ammettendoli come prove, purché l’autenticità sia verificata.
Come presentare correttamente i messaggi WhatsApp in tribunale
Per garantire che i messaggi WhatsApp siano accolti come prove valide in tribunale, è fondamentale seguire alcune procedure:
- Conservare il dispositivo originale: È essenziale mantenere il dispositivo da cui provengono i messaggi, poiché la giurisprudenza richiede garanzie di autenticità .
- Ricorrere a una perizia tecnica: È consigliabile avere una perizia che attesti l’integrità dei dati, poiché una semplice schermata potrebbe non essere sufficiente.
- Garantire la catena di custodia: Questo principio assicura che il dispositivo non sia stato manomesso durante l’intero processo di acquisizione. Qualsiasi dubbio su questa catena può compromettere la validità della prova.
- Accompagnare gli screenshot con dichiarazioni di conformità : Gli screenshot possono essere ammissibili solo se corredati da una dichiarazione di conformità redatta da un consulente tecnico o da un avvocato.
Quando i messaggi WhatsApp hanno fatto la differenza
Numerosi casi giuridici hanno dimostrato l’importanza dei messaggi WhatsApp come prova. In particolare, nei procedimenti di separazione e divorzio, i messaggi possono evidenziare comportamenti che violano i doveri coniugali, come l’infedeltà . Ad esempio, in un caso deciso dal Tribunale di Milano, una serie di conversazioni è stata utilizzata per sostenere una richiesta di separazione.
In ambito lavorativo, i messaggi WhatsApp possono dimostrare situazioni di mobbing, ordini illegittimi o promesse contrattuali non rispettate. In una controversia commerciale, un imprenditore ha utilizzato messaggi WhatsApp per dimostrare che l’altra parte aveva confermato i termini contrattuali, portando a una sentenza favorevole.
Cosa fare se la controparte contesta l’autenticità dei messaggi?
Quando l’autenticità dei messaggi WhatsApp è contestata, il giudice deve valutare la validità della prova. È fondamentale che l’eccezione di inammissibilità venga espressa in modo formale e dettagliato. La parte che nega l’autenticità deve fornire motivazioni concrete, come la presunta manipolazione dei messaggi.
In situazioni di contestazione, la soluzione migliore è ricorrere a una perizia tecnica informatica, che permetta di esaminare approfonditamente i dati digitali. Attraverso l’analisi dei metadati, sarà possibile confermare l’autenticità delle conversazioni e identificare il mittente. Se necessario, il giudice può nominare un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) per effettuare verifiche tecniche aggiuntive.